In corso al Museo Pascali, dal 12 maggio 2021, la mostra Pasolini Pascali Pazienza. Segni e disegni corsari a cura di Giacinto Di Pietrantonio.
Etica, Morale, Cambiamento, Moltitudine sono solo alcune delle qualità che accomunano Pier Paolo Pasolini, Pino Pascali e Andrea Pazienza, “autori che ci hanno prematuramente lasciati, ma che nel breve arco della loro vita hanno consegnato il sogno rivoluzionario del cambiamento, il senso esistenziale di un’utopia vitale e corsara”, spiega il curatore di questa mostra concettualmente pirata.
Il lavoro dei tre artisti viene riletto e confrontato, in una mostra corsara, attraverso la pratica del disegno, in quanto parte intima e vitale dell’arte che in questi autori trova più di una relazione a partire ad esempio dalla declinazione fumettistica, o dall’impiego della lingua dialettale.
Si vedrà come essi fanno convergere, come nella miglior tradizione innovativa, il volgare con il colto, l’alto e il basso e con esso anche la critica alla società dello spettacolo.
Scrive a tale proposito Valérie Da Costa in catalogo: “Mentre Pasolini, nelle sue prime poesie, difendeva l’uso del dialetto friulano come una vera lingua, negli anni Cinquanta e Sessanta… per difendere… le particolarità culturali della penisola di fronte a un’uniformità dominante, Pino Pascali ama anche giocare con il Barese, il dialetto di Bari, come un modo per tornare alle sue radici e alla sua infanzia barese quando scrive nel catalogo della sua ultima mostra personale « Alé! Alé! Cita iei vogghie bbene a Cita la scimmie de Tarzan en ge vogghie acchià u sesteme mpe potelle ntrappola»”.
Si tratta di lingue, segni e disegni corsari che agiscono tra critica, disperazione e speranza.
Sono per la maggior parte disegni iniziali dei tre autori considerati, essenzialmente, artista Pascali, essenzialmente poeta Pasolini, essenzialmente autore di fumetti Pazienza, questi ultimi due riletti in questa mostra come artisti.
Ciò che caratterizza i tre geniali autori è la trasversalità e versatilità, in quanto considerano l’arte non esprimibile in una forma unica, ma a 360°.
In loro i segni e i disegni sono anche testimonianza di questa straordinaria versatilità che dimostra che l’arte è ovunque: letteratura, scrittura, cinema, pittura, fumetto, fotografia, grafica, editoria, televisione. “Pasolini Pascali e Pazienza agiscono in uno stato di pulsione primitiva e che si tratti della pittura, della lingua, del teatro, della performance, della fotografia, della televisione, tutte le loro opere hanno l’ambizione di essere tonicamente originali, pulsanti verso l’origine”, spiega nel sui testo in catalogo Antonio Frugis.
Pascali, Pasolini e Pazienza sono artisti corsari che irrompono nella scena della creazione da innovatori, apripista e per questo da avanguardisti. La loro opera, infatti, non è soltanto una risorsa per la disciplina, ma per la società stessa.
Sottolinea a tal proposito Giacinto Di Pietrantonio: “andar così sgomenti dalla Storia alle storielle, dove il sol dell’avvenire della grande Storia naufraga verso la storia quotidiana, in cui l’utopia illuminista-modernista finisce per essere alla deriva delle piccole narrazioni dei segni e dei disegni che raccontano se stessi tra un mondo arcaico originario perduto e uno contemporaneo di perdenti.”
L’esposizione è accompagnata da foto, filmati e da un catalogo con testi del curatore, di Valérie Da Costa, storica dell’arte, critica d’arte, curatrice e docente all’ Università di Strasburgo e di Antonio Frugis, Senior Curator della Fondazione Pino Pascali.