La giuria ha così motivato la scelta:
“Giampaolo Bertozzi e Stefano dal Monte Casoni introducono nella storia della scultura occidentale segnali di discontinuità rinnovando la ricerca formale della ceramica in chiave concettuale e iper-realistica. Dosando sapientemente artificio, mimesi ed ironia gli artisti rappresentano una realtà post-consumistica logorata e imprigionata nell’universo della simulazione”.
La mostra, a cura di Carlo Berardi e Jason Lee, ha proposto opere dal 1999 al 2011; filo conduttore è stato l’omaggio alla simulazione del quotidiano, la rappresentazione dello scarto, del rifiuto urbano, della distruzione per mano dell’uomo della maturar Sono questi, infatti, gli elementi basilari della poetica dei due celebri artisti; Bertozzi & Casoni conducono lo spettatore nel reame dell’iperreale, dove tutto è falsificato, un mondo ‘disneyano’ ma crudele. Nulla di favolistico, dunque: tutto quello che circonda l’uomo è solo un accumulo dei nostri scarti.
Non mancano le citazioni colte, come il rifacimento in ceramica di identica dimensione di celebri oggetti del design italiano; intrigano i rifiuti poggiati sul finto tavolino da bar (anche questo in copia e scala perfetta) e, in chiave surreale e poetica, l’opera Madonna scheletrita con tosaerba in ceramica policroma lascia lo spettatore attonito.