7 performers coordinati da Nico Angiuli per 7 performance a Palazzo Cavanis, Venezia in un progetto ispirato alle “Schole” veneziane e in collaborazione con associazioni e collettivi in Laguna.
10 luglio ore 18,30
L’Accademia di Belle Arti di Bari va a Venezia con le sue eccellenze creative, mentre è in corso la 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia e nell’ambito del progetto Casa Puglia.
Di concerto con la Fondazione Pino Pascali, presenterà un ciclo di performances nel giardino del settecentesco Palazzo Cavanis alle Zattere, dove è aperta la mostra PinoPascali – From Image to Shape curata dal Museo di Polignano come mostra evento collaterale de La Biennale di Venezia. L’azione avrà luogo mercoledì 10 luglio (ore 18,30) alla presenza del direttore dell’Accademia barese Giancarlo Chielli, della coordinatrice del Dipartimento Arti Visive Antonella Marino, del coordinatore della Scuola di Scultura Mauro Mezzina e della responsabile per gli eventi Magda Milano. L’artista Nico Angiuli, docente del corso di “Tecniche performative per le Arti Visive”, coordinerà sette performers scelti fra gli studenti per il suo progetto Schola dei Pugliesi.
L’idea prende spunto dalle antiche “Schole” veneziane, istituzioni laiche presenti da secoli nella città di Venezia che riunivano gruppi di artisti e di artigiani non solo locali ma di attive comunità straniere (come la Schola degli Albanesi, degli Schiavoni, dei Bergamaschi, dei Greci), ed erano nate per avviare al lavoro ma anche per formare e scambiare competenze, emancipare e integrare gli studenti. In questo spirito di progettazione collettiva che assume oggi nuova attualità, Schola dei Pugliesi presenta sulla scena internazionale di Venezia uno spaccato di quella cultura mediterranea che lo stesso Pascali ha sempre tenuto a mente e reinventato. Una cultura impregnata di sole, di energia della terra, di contaminazioni culturali, ma anche di patriarcato latente, di isolamento incertezze rassegnazione.
I sette artisti-studenti sono Mario Ariano, Alessia Lastella, Luca Quercia, Rossana Sangirardi, Annamaria Todisco, Raffaele Vitto e Daniela Zaccaria.
In particolare, Mario Ariano propone Monumento ai Caduti, una video performance in cui lo vediamo cadere costantemente. Tra Bari e Venezia, Ariano cade per strada, in un bar, in una calle o piazza che sia. Vestito di bianco opera una vivificazione ironica delle pose dei monumenti pubblici che adornano le città, ispirandosi ad artisti noti come Vito Acconci e Jan Ader.
Alla Venezia industriale si dedica l’opera Migrazione 45°27’50.1”N 12°13’32.1”E di Alessia Lastella. L’autrice riutilizza la tecnica dell’intreccio per unire fili lunghi d’erba da zolle di terra raccolte nell’area di Porto Marghera: a Palazzo Cavanis realizzerà tale ricamo dalvivo. Lastella si avvale della collaborazione dell’associazione veneziana Marghera Oggi 2.0.
Ironiche e ciniche sono le gabbie indossabili di Luca Quercia: in Aperitivo con gabbia 20 gabbie verranno offerte al pubblico per prendere un aperitivo e bere da ingabbiati. Quercia è inoltre intenzionato a portare parte del pubblico in giro per Venezia ed offrire mais ai colombi di San Marco… Ci riuscirà?
Rossana Sangirardi, con Processo, parla di cambiamento climatico attraverso l’uso di elettrodomestici di ghiaccio che presenta al pubblico citando nome, anno d’invenzione e mimandone l’utilizzo. Con un phon poi scioglierà tali oggetti su braci ardenti. In tal modo l’’artista tenta di replicare le logiche di produzione e consumo legate alle società antropocentriche.
Annamaria Todisco mette in scena Nello Specchio, un’azione in cui ha di fianco 4 lance lunghe 2 metri alle cui punte sono montati dei rossetti, dei blush, un mascara. La Todisco viene truccata dal pubblico accettando le mutazioni imposte dai trucchi sul volto. Nel ricordo di quando da adolescente, spiega, “mi truccavo sotto il portone di casa prima di uscire e non usavo lo specchio perché mio padre non voleva”.
Raffaele Vitto con Passi di terra mischia i mestieri e i materiali: a metà tra operaio edile e bracciante agricolo, abita la corte di Palazzo Cavanis con un piccolo cantiere, impasta terra sabbia paglia e realizza mattonelle “100 quadri” usate in tutta Italia dal dopoguerra e fatte solitamente di cemento. Vuole forse ripavimentare la corte del Palazzo? Per la performance l’artista si avvale della collaborazione del collettivo veneziano Rebiennale.
Alle vittime di violenza d’ogni tipo si dedica infine Daniela Zaccaria con Devi dire il mio nome. L’artista ha raccolto testimonianze molto dure, che ha poi fatto tradurre in LIS (lingua dei segni) e fatte sue. La natura muta di questa lingua, sottolinea il silenzio imposto e autoimposto che spesso caratterizza tali episodi di violenza. A Venezia la vedremo recitare le parole di quelle testimonianze, vestita in rosso su di un piedistallo.
Info:
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero fino a esaurimento posti
Palazzo Cavanis: Fondamenta delle Zattere, Venezia
Fondazione Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
+39 3928928522
Accademia di Belle Arti
Via Re David 189, Bari
n.angiuli@accademiabari.it
+39 3496226954