Nell’ambito delle iniziative pensate in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dalla scomparsa di Pino Pascali, la Fondazione Pino Pascali promuove l’iniziativa Aperto per restauro, un percorso innovativo in svolgimento nella sede di Via Parco del Lauro che permette al pubblico di assistere ai restauri di opere di Pino Pascali provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma diretta da Cristiana Collu, in un laboratorio aperto a spettatori e studenti. Mentre i mesi di maggio e giugno hanno visto il cantiere, guidato da Luciana Tozzi (Restauratore-Conservatore (Direttore) presso La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea), dedicato all’opera “Dinosauro riposa” (1966), oggi esposta nelle sale della Fondazione fino al prossimo autunno nella sua versione restaurata, da fine giugno i visitatori potranno partecipare all’esperienza dedicata a “Tela di Penelope” (1968) ricostruita da Rodolfo Corrias (Restauratore-Conservatore (Direttore) presso La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea).
La Tela di Penelope è datata 1968, tra le opere di Pino Pascali esposte alla Biennale di Venezia di quell’anno. L’uso di un materiale industriale come la lana d’acciaio si accompagna nella tessitura al recupero di una tecnica artigianale (l’intreccio di fibre vegetali), tipica della società contadina meridionale.
Aperto per Restauro è “un’esperienza innovativa che ha riscosso moti apprezzamenti”, spiega la direttrice della Fondazione Pascali Rosalba Branà, “poiché i visitatori possono assistere in diretta a tutte le fasi del restauro: inutile dire dei positivi riscontri da parte degli studenti di Accademie e Università che hanno partecipato a delle lezioni aperte e laboratoriali sulle problematiche del restauro contemporaneo. Già tre anni orsono avevamo realizzato il restauro dei 32mq di mare circa e organizzato una giornata di studi a tema, ora la maestosa opera grazie al nostro supporto fa bella mostra di sé nei grandi spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma con la scultura di Canova che su riflette nell’azzurro mare, da noi in dialogo era con il Cielo di Luigi Ghirri, in un allestimento ritenuto da molti memorabile”.
Il dibattito sul restauro dell’arte contemporanea è oggi più che mai vivo e problematico. Il restauratore deve calarsi profondamente nell’intenzionalità dell’artista per salvaguardare l’essenziale dell’opera, il suo “messaggio”, la sua “identità poetica”, condurre un importante lavoro di ricerca su documenti e fonti in archivio, svolgere una sorta di indagine. Ecco come il restauro aperto mostra “in chiaro” tutti questi aspetti, oltre ad offrire l’occasione di partecipare in diretta alla magia che riporta alla luce tutta la bellezza di una grande opera d’arte.